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Genova, ancora odio antifascista sulle Foibe: imbrattata la targa per Norma Cossetto 
di Ninni Raimondi
 
 
Genova, ancora odio antifascista sulle Foibe: imbrattata la targa per Norma Cossetto 
 
L’odio e il negazionismo storico sulla tragica vicenda delle Foibe da parte della galassia antifascista non trovano mai fine. Come riportato da LiguriaDay, per la quarta volta è stata imbrattata la targa apposta a Genova in memoria di Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana nata a Visignano barbaramente stuprata e uccisa dai partigiani titini comunisti nell’ottobre del 1943. L’infame e disonorevole azione è stata compiuta e rivendicata attraverso i social da “Genova Antifascista”. Non contenti di ciò, gli stessi hanno rincarato la dose con un post intimidatorio nei confronti di alcuni rappresentanti politici cittadini della Lega, riferendosi in modo macabro all’omicidio del militante missino Ugo Venturini nel 1970. 
 
Ancora odio per le Foibe 
Subito è arrivata la ferma condanna da parte del Comitato 10 febbraio, il quale da anni si batte affinché la memoria di una delle pagine più insanguinate e disastrose della storia italiana non venga dimenticata, o peggio, passata sotto la scure del revisionismo. A tal proposito, il Presidente nazionale del Comitato Silvano Olmi chiederà “la convocazione urgente del comitato provinciale genovese per l’ordine e la sicurezza pubblica per decidere interventi immediati atti a ristabilire il rispetto della democrazia”. Non sono mancati anche gli atti di denuncia da parte della politica, come il consigliere regionale di FdI Stefano Balleari e il consigliere comunale leghista Fabio Ariotti, i quali hanno espresso la loro ferma condanna al gesto. 
 
L’imbarazzante silenzio della sinistra istituzionale 
Ormai l’opera di mistificazione storica e di negazionismo portata avanti dall’antifascismo militante è nota e riconosciuta da tutti. L’assurdo riduzionismo dell’eccidio di decine di migliaia di italiani e l’esodo di altre centinaia di migliaia dalle loro terre trova ancora casa all’interno di alcune fazioni politiche. Fa riflettere come, ancora dopo quasi 60 anni di nulla, i maggiori partiti di sinistra del Paese fatichino ancora ad esprimersi sul tema, preferendo un imbarazzante silenzio.
15 febbraio 2024