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Sbarchi clandestini, finalmente un’inversione di tendenza: trend in netto calo negli ultimi mesi 
di Ninni Raimondi
 
 
Sbarchi clandestini, finalmente un’inversione di tendenza: trend in netto calo negli ultimi mesi 
 
Avevamo perso le speranze, ma gli sbarchi di clandestini negli ultimi cinque mesi sono decisamente calati, come riporta l’aggiornamento del Viminale pubblicato sul Secolo d’Italia. E non è questione di mesi invernali al cospetto degli estivi, come vedremo. 
 
Sbarchi clandestini, il calo degli ultimi mesi 
La premessa importante da cui partire, appunto, è l’inconsistenza del paragone tra primavera-estate ed autunno-inverno. La rilevazione – e diversamente non avrebbe senso – viene fatta con il raffronto rispetto agli stessi periodi di fine 2022 e inizio 2023. Ebbeme, i mesi di ottobre, novembre e dicembre dell’anno appena passato hanno registrato un calo rispetto al 2022. Nell’ottobre 2023 erano arrivati 10.277 clandestini. L’anno precedente erano stati oltre 13.000. “La tendenza discendente è tuttavia letteralmente esplosa in tutta la sua evidenza nei mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024” scrive Fabio Dragoni sulla Verità. A gennaio 2024, invece, si è arrivati a 1.298 sbarchi al 22 del mese, nettamente meno dei 3.035 arrivi del gennaio 2023. L’inversione è indiscutibile. 
 
Presto per cantare vittoria, ma è un inizio 
Finora i risultati dell’esecutivo sul tema sono stati pietosi, come testimoniano i numeri del 2023. E diciamo pure la verità, il calo degli ultimi mesi è ancora troppo prematuro e dal campione limitato per poter essere considerato di impatto sociale rilevante. 
 
Per di più, va detto che il crollo netto comincia da dicembre e non certamente da ottobre, che insieme a novembre registra cali di sbarchi clandestini che restano nella stessa “fascia di frequenza” per così dire (tra 10mila e 13mila cambia poco, per dirla con parole povere.  
In ogni caso, che il processo – anche diplomatico – con cui il governo si sta relazionando con l’Africa possa essere positivo è una considerazione sensata.  
 
Il Piano Mattei ha mosso i suoi primi passi più decisi (non privi di contraddizooni e limiti, specialmente sulla questione israeliana, un problema enorme per le relazioni con i paesi nordafricani e mediorientali) e forse qualche leggera influenza l’ha data.  
 
Ci vuole, ovviamente, ben altro.  
Giorgia Meloni sa che fallire miseramente sul tema dell’immigrazione sarebbe una figuraccia rispetto al suo elettorato.  
Vedremo che si tratta di un fuoco di paglia o di qualcosa di maggiormente definito nei prossimi mesi. 
8 Febbraio 2024