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Stipendi, pensioni e "asilo nido gratis dal secondo figlio": cosa c'è nella manovra 
di Ninni Raimondi
 
 
Stipendi, pensioni e "asilo nido gratis dal secondo figlio": cosa c'è nella manovra 
 
Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di bilancio che dovrà inviare a Bruxelles per una prima valutazione. Dal taglio del cuneo fiscale alla riforma dell'Irpef (con gli effetti concreti sulle buste paga), passando per la previdenza e gli aiuti alle famiglie: ecco cosa è stato deciso 
 
Manovra 2024: il taglio delle detrazioni da 260 euro e come cambiano gli stipendi 
Il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra 2024, o perlomeno la sua ossatura: vale 24 miliardi di euro. Il governo Meloni fissa così le linee generali per inviare a Bruxelles il documento programmatico di bilancio, nella consapevolezza che comunque serviranno tempi supplementari, come accade ogni anno, per limare l'articolato vero e proprio della legge di bilancio da inviare alle Camere.  
In Senato, da dove partirà l'iter parlamentare, non si aspettano il ddl prima del 26-27 di ottobre (secondo alcuni arriverà dopo il ponte di Ognissanti). In Consiglio dei ministri anche due decreti attuativi della delega fiscale che contengono una delle misure più importanti previste per il prossimo anno, ovvero l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef, e un decreto legge con "misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili". "Abbiamo varato la manovra 2024, il Cdm lo ha fatto a tempo di record: poco più di un'ora, a dimostrazione dell'unità di vedute del Cdm e della maggioranza che sostiene il governo", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa. 
 
La manovra, ha spiegato Meloni, vale complessivamente "poco meno di 24 miliardi, frutto di 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. È una manovra che considero molto seria, molto realistica, che non disperde risorse ma le concentra su grandi priorità, continuando a seguire la visione che il governo ha messo dall'inizio del suo mandato, nonostante il quadro complesso". "Il quadro è chiaramente abbastanza complesso - ha aggiunto Meloni -. Nel 2024 avremo circa 13 miliardi euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Bce, e circa 20 di superbonus. L'aumento dei tassi e il superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio". 
Le priorità "che avevamo annunciato vengono confermate: difendere il potere acquisto, ovvero più soldi in busta paga per i redditi medio-bassi, con il taglio del cuneo di 6 punti per chi ha un reddito fino a 35mila euro e 7 fino a 25mila. È un aumento in busta paga che mediamente corrisponde a circa 100 euro al mese per una platea circa 14 milioni di cittadini", ha detto Meloni, precisando che "è il provvedimento più corposo: circa 10 miliardi". La premier ha inoltre spiegato: "Il rafforzamento del taglio del cuneo vale ulteriori 4 miliardi e prevede un ulteriore beneficio. Il beneficio entra in vigore per tutti, è una riforma che puntiamo a rendere strutturale, ma lo sterilizziamo per i redditi più alti: nella quarta aliquota lo sterilizziamo con una franchigia sulle detrazioni fiscali", per cui "lo vedranno in busta paga solo i redditi medio-bassi". 
 
Detrazioni e Irpef: cosa cambia 
Un taglio lineare alle detrazioni da 260 euro per chi ha un reddito complessivo superiore a 50mila euro. È questa una delle novità previste nella bozza del decreto legislativo di riforma dell'Irpef e introduzione della mini-Ires che è stata discussa nel Consiglio dei ministri di oggi, lunedì 16 ottobre. Ad essere interessati dalla riduzione gli sconti del 19%, le erogazioni liberali a favore delle onlus, dei partiti e del terzo settore, oltre alle detrazioni sui premi per l'assicurazione sulle calamità. La riforma dell'Irpef accompagna la legge di bilancio messa a punto dal ministero dell'economia, discussa e votata oggi. 
 
Revisione della disciplina delle detrazioni fiscali 
Approvato il documento di programmazione economica da inviare a Bruxelles: arrivano indicazioni su come cambieranno stipendi e pensioni con la nuova manovra di bilancio. Sotto la lente dei ministri anche il decreto fiscale collegato alla finanziaria. Nelle settimane successive si passerà alla legge di bilancio che, come più volte detto, sarà caratterizzata da risorse limitate nonostante l'ampliamento del deficit di 15,7 miliardi di euro.  
Tra le altre novità previste dalla manovra del governo ci sono il taglio del cuneo fiscale per i redditi bassi e la proroga della detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit fino a 3mila euro. Vediamo cosa potrebbe cambiare in termini pratici sugli stipendi, per effetto del taglio del cuneo e dell'imposta sul reddito delle persone fisiche. Le buste paga degli italiani gioveranno di un taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro lordi annui e dell'accorpamento delle due aliquote Irpef al 23% fino a 28mila euro. Il nuovo sistema fiscale passerà quindi da quattro a tre aliquote: le prime due saranno accorpate in un unico scaglione che comprenderà i redditi fino a 28mila euro, con un'imposta al 23%. Dai 28 ai 50mila euro si continuerà invece a pagare il 35%, mentre al di sopra di 50mila euro si pagherà ancora il 43%. 
 
La revisione delle aliquote Irpef 
Dalla riforma fiscale sono esclusi i redditi fino a 15mila euro, che però intascheranno i 67 euro del taglio del cuneo fiscale. Gli aumenti in busta paga scattano oltre questa soglia. La Fondazione nazionale dei commercialisti ha simulato gli effetti in busta paga: sono maggiori nella fascia di reddito tra i 25 e i 30mila euro, e si assottigliano poi fino alla soglia dei 35mila euro.  
 
In base ai calcoli della Fondazione dei commercialisti, nel dettaglio: 
- un lavoratore che guadagna 20mila euro l'anno avrà il taglio del cuneo (77 euro) e quello dell'Irpef (7 euro), per un totale di 84 euro al mese; 
- chi ha un reddito annuo di 25-30mila euro avrebbe 96 euro dal taglio del cuneo fiscale e 16 dall'Irpef, per un totale di 112 euro mensili; 
- per chi guadagna 35mila euro l'anno, invece, l'impatto complessivo arriverebbe a 120 euro, ovvero 99 di cuneo e 21 di Irpef; 
- oltre questa soglia l'incremento arriverà solo dall'Irpef e avrà un totale di 22 euro. 
 
Il taglio del cuneo attualmente in vigore, quindi, è stato prorogato di un altro anno ed è del 6% per i lavoratori con un reddito fino a 35mila euro e del 7% per chi ha un reddito non superiore a 25mila euro l'anno (1.923 euro al mese). In un secondo step, con un ddl collegato, il resto delle misure. Un gruzzoletto dovrebbe esserci anche per le famiglie, per agevolare le mamme lavoratrici e dare aiuti più corposi a chi ha tre figli. Questo capitolo potrà contare anche sui fondi non utilizzati per l'assegno unico. Per il sostegno ai redditi potrebbe arrivare anche la proroga della detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit fino a 3mila euro (per chi ha figli). E resta possibile che a contribuire siano i redditi più alti, attraverso una revisione del "décalage" delle detrazioni al 19%. 
Parte delle coperture arriverà dalla spending review che dovrebbe portare in dote almeno 2 miliardi per il prossimo anno. La revisione spetta ai singoli ministeri, ma Giorgetti ha già messo in chiaro che ci penseranno le forbici del Mef (probabilmente con un taglio lineare del 5%) se ci sarà chi non agisce. L'altra voce corposa nella colonna delle entrate sarà la global minimum tax, ma nell'operazione potrebbe entrare anche la revisione delle tasse sui giochi online oltre all'anticipo della gara del Lotto. 
 
Fringe benefit, famiglie, pensioni e sanità 
"Sui fringe benefit l'anno scorso siamo intervenuti in maniera significativa: lo rendiamo strutturale con modifiche per il 2024, portando il tetto a 2mila euro per le lavoratori con figli, mille euro per tutti gli altri", ha detto ancora Meloni. "Prevediamo che le madri con due figli o più non paghino i contributi a carico del lavoratore", e "la quota del lavoratore per le madri con due e o tre figli la paga lo Stato", continua Meloni, spiegando che "noi vogliamo stabilire che una donna che mette al mondo almeno due figli ha già offerto un importante contributo alla società e quindi lo Stato in parte compensa pagando i contributi previdenziali. Vogliamo smontare la narrativa per cui la natalità è un disincentivo al lavoro. Vogliamo incentivare chi mette al mondo dei figli e voglia lavorare". 
Poi annuncia: sulla famiglia "non confermiamo il taglio dell'Iva sui prodotti della prima infanzia, perché purtroppo è stato assorbito dagli aumenti di prezzo" legati all'inflazione, ma "aggiungiamo tre ulteriori misure per un miliardo: continuiamo a lavorare sul congedo parentale; aumentiamo in modo significativo il fondo per gli asili nido, con l'obiettivo di dire che al secondo figlio l'asilo è gratis", e poi c'è una "decontribuzione per le madri con due figli o più" per fare in modo che "non paghino i contributi a carico del lavoro". 
 
"Sulle pensioni, ape sociale e opzione donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita. Sempre sulle pensioni interveniamo su alcune situazioni di squilibrio e abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni di cui non si è occupato nessuno, cioè quelle interamente nel sistema contributivo. Il governo ha eliminato il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l'età raggiunta solo se l'importo della sua pensione è inferiore a 1,5 la pensione sociale. Secondo noi non è una misura corretta e lo abbiamo rimosso", ha spiegato. "Le poche risorse di cui disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha più bisogno", aggiunge la premier, "continuiamo il lavoro sulle pensioni più basse". Meloni spiega che ci sarà una rivalutazione del 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo, del 90% tra 4 e 5 volte il minimo e poi c'è un décalage. La rivalutazione viene confermata per le pensioni minime di chi ha più di 75 anni. 
Meloni spiega infine che la manovra prevede 3 miliardi in più sul piatto della sanità.  
 
"Sulla sanità ci sono 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto", con "la priorità dell'abbattimento delle liste d'attesa con due misure: il rinnovo dei contratti e la detassazione degli straordinari e dei premi di risultato" per l'abbattimento delle liste.  
Sulla sanità "vedo molte polemiche sul fatto che avremmo tagliato", ma quest'anno ci saranno fondi per "quasi 136 miliardi di euro: è il più alto investimento mai previsto per la sanità.  
Si può fare il giochetto che scende sul Pil ma "le bugie che ho sentito non rispondono alla realtà delle cose". 
17 Ottobre 2023