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L’irriconoscenza di Zaki verso il governo italiano: niente volo di Stato per evitare passerelle 
di Ninni Raimondi
 
L’irriconoscenza di Zaki verso il governo italiano: niente volo di Stato per evitare passerelle 
 
Tutto sembra filare liscio per Patrick Zaki. Mercoledì la grazia presidenziale concessa da al-Sisi, domani il rientro in Italia. A rompere l’idillio e a fare da nota stonata è, però, la scelta del ricercatore egiziano di non voler incontrare le autorità italiane. 
 
Zaki non vuole incontrare il governo che l’ha aiutato 
Come riportato dall’Ansa, Zaki dovrebbe atterrare nella giornata di domani all’aeroporto di Milano con un volo di linea, per poi spostarsi verso Bologna. Ma la vera notizia è che ha rifiutato un volo speciale messo a disposizione dal governo italiano. Il motivo? Non vuole incontrare né farsi assistere dall’esecutivo del nostro Paese. Insomma, come giustamente nota Daniele Dell’Orco su Libero: “Zaki vorrebbe evitare il rientro con volo di Stato, preferendone uno di linea, per aggirare la passerella con esponenti del governo Meloni (pur avendoli ringraziati sul suo profilo Facebook) per via delle sue inclinazioni politiche”. Nonostante il ruolo dell’esecutivo nella sua scarcerazione, riconosciuto peraltro dall’ambasciatore egiziano a Roma, Bassam Rady, che ha parlato di “un apprezzamento personale per la forza e la profondità delle relazioni italo-egiziani”, la collocazione politica dell’attuale governo sarebbe una fonte di imbarazzo per lo stesso Zaki. Da qui il tentativo di evitare a ogni costo un avvicinamento che avrebbe portato a un riconoscimento almeno simbolico. 
 
Ma per Amnesty International è giusto così 
Una lettura che Amnesty international tenta di rifiutare o quantomeno di sgonfiare. Il portavoce italiano dell’associazione, Riccardo Noury, ha commentato così la scelta di Zaki: “Decidere di viaggiare su un volo di linea non è un gesto di opposizione politica, ma un gesto di indipendenza”. Ricordando che quest’ultimo “ha ripetutamente ringraziato governo e ambasciata” e spiegando come, a suo dire, “la reputazione dei difensori dei diritti umani si basa sulla loro indipendenza dai governi. Ringraziano e apprezzano quando si fanno delle cose per loro”. Come a dire che finché c’è convenienza va bene tutto, ma poi i governi non si devono aspettare alcun tipo di riconoscenza.  
 
Oltretutto, se è vero che Zaki, come mi viene riferito, in un post su Facebook ha ringraziato il governo italiano, il parlamento italiano, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, lo ha fatto senza nemmeno citarli per nome. 
 
In tempi di politica oscura, quando si operavano violenze su violenze, sia da destra, sia da sinistra, sarebbe stato definito un pezzo di stronzo di merda.
21 Luglio 2023